Descrizione
Dalle fonti d’archivio viene definita Funtana Sumius o Simius: il termine Simius, secondo alcuni autori, troverebbe la sua origine nel sardo Sumì che significa trasudare, gocciolare, poiché, anche attualmente e nonostante l’abbassamento delle falde, essa è una fonte perenne di acqua sorgiva.
Secondo altri autori, Simius avrebbe piuttosto un’origine latina, da ricollegare ad un antico centro di età romana individuabile proprio in quest’area e documentato da differenti testimonianze archeologiche: sul retro del civico 212 di via S. Maria fu ritrovata una moneta in bronzo di età romano-imperiale, sempre nella stessa area, ma a una distanza di 200 m, furono rinvenute delle tessere di mosaico che abbellivano i pavimenti degli edifici di questa epoca, infine, durante i lavori per la realizzazione di Via Carbonia, a una distanza di 400 m da Sa Mitza, fu messa in luce una necropoli romana di età imperiale, che ha restituito tre urne cinerarie, anforette, una lucerna e alcune monete, tra cui una di Massenzio (278-312 d.C.).
Il possibile utilizzo di questa sorgente minerale in età romana, a cui generalmente si attribuivano particolari poteri terapeutici, ebbe verosimilmente seguito nell’età bizantina (VI sec.) e nei secoli successivi (XI sec.), periodi in cui il sito appare strettamente legato all’attività dei monaci eremiti insediatisi nell’area dove attualmente sorge la Chiesa di S. Maria, fatto testimoniato anche dalla continuità toponomastica .
Successivamente, a seguito del progetto del 1901 relativo alla sistemazione definitiva, il pozzo venne interrato e, sul lato della piazzetta, fu realizzata la scalinata in granito visibile tutt’oggi, in modo da consentire il collegamento della fontana con via Santa Maria. Inoltre, in questa occasione, avvenne anche una sistemazione dell’area sovrastante la fontana in via S. Maria, attraverso la messa in posa di tre panche in granito locale, recentemente riproposte dall’intervento di recupero urbano che ha interessato la medesima porzione.
Fino agli anni ’80 era ancora possibile, per i guspinesi, approvvigionarsi a questa fonte in quanto dotata di rubinetti; essa costituì un punto di ritrovo per gli abitanti con un forte significato sociale, i quali, durante le quotidiane file d’attesa, conversavano, unendo l’utile al dilettevole. Fu chiusa a causa dell’inquinamento delle sue falde.
Modalità d'accesso
- Ingresso accessibile in sedia a rotelle
- Parcheggio accessibile in sedia a rotelle
Indirizzo
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Ultimo aggiornamento: 9 luglio 2024, 15:50